Licio Gelli, la lunga vita. Con questo titolo, l’editore Laterza ha pubblicato nel novembre del 2003 la mia biografia su Licio Gelli che ho scritto assieme al capo della Loggia P2. Gelli racconta in questo mio libro gli anni cruciali della sua loggia massonica, il terrorismo, tutti i sospetti che si sono concentrati sul suo operato, le trame, le ipotesi, le opinioni. Il libro, che è il frutto di diversi anni di lavoro e numerosi colloqui tra me e Licio Gelli non tralascia nulla, nemmeno le radici, le nostalgie, le paure di un uomo che a più di ottant’anni, ama ancora la poesia e non rinnegherebbe nulla di quello che ha vissuto in questi anni, nemmeno le latitanze che, in questo libro, spiega e rievoca passo per passo.
Nato a Pistoia il 21 aprile del 1919, Gelli aveva creato con la P2 nel corso degli anni ’70 un centro di potere di cui, si scoprì, facevano parte alti vertici delle forze armate, dei servizi segreti, politici, imprenditori e giornalisti. La P2 è stata chiamata in causa in tutti i più grandi scandali della storia d’Italia, dal tentato golpe del principe Borghese, il crack Sindona, il caso Calvi, il controllo del Corriere della Sera (Bruno Tassan Din, direttore generale della Rizzoli aveva la tessera 534). Nel maggio del 1981 Gelli è già irreperibile. Scappato in Svizzera dove fu arrestato nel 1982 e rinchiuso nel carcere di Champ Dollon da cui, nel suo stile, misteriosamente riuscì a scappare un anno dopo, ad agosto del 1983.
Trovò rifugio in Sudamerica dove restò a lungo tra Venezuela e Argentina prima di costituirsi nel 1987 sempre a Ginevra. Solo nel febbraio del 1988 fu estradato in Italia ma restò in carcere pochi giorni. Ad aprile ottenne la libertà provvisoria per motivi di salute. Licio Gelli è stato condannato, tra l’altro, a 12 anni per il crack del Banco Ambrosiano di Calvi; calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola; calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo per aver tentato di depistare le indagini sulla strage alla stazione di Bologna, vicenda per cui è stato condannato a 10 anni.
Nel corso della sua movimentata storia Gelli coltivò buoni rapporti con i militari golpisti argentini che nel 1976 avevano deposto Isabelita Peron: il generale Roberto Eduardo Viola e l’ammiraglio Emilio Massera. Si è spesso parlato di suoi legami con la Cia, mai provati, o quanto meno con personaggi legati indirettamente a Langley come lo storico conservatore Michael Ledeen. (AGI)
.
.