.
Metti che tu abbia preso la buona abitudine di leggere le letture del giorno. Che, in alcuni tratti e giorni, lo sguardo alle Sacre Scritture ti renda a pieno la portata rivoluzionaria di un messaggio che in tanti tratti, della storia e dell’esegesi, è stato “annacquato” e reso consueto e banale usando parole ed orizzonti che sono ancora lontanissimi da noi. Metti che un giorno, del martedì 27 febbraio ’24, rileggi ciò che contiene tutta la portata rivoluzionaria di testi e contesti che hanno duemila anni di storia ma sono stati del tutto disattesi. Le società, le comunità laiche e religiose, le chiese fisiche e metafisiche sono piene delle stesse persone e di tutti gli atteggiamenti che nelle Sacre Scritture si mettono al bando, si condannano, di cui se ne dice tuto il danno. Vi spiego cosa è accaduto oggi…
di francesco de rosa
Oggi di febbraio è il 27 in un anno, il ’24, pieno di crocevia. Accadono cose in questo anno Domini che sanno sempre di riassunto. Al presente, nonostante tutto, tocca il compito di riassumere: tutto ed il ogni campo. Oggi la prima lettura al secondo giorno della II settimana di Quaresima le parole dei testi sacri arrivano chiare persino a coloro che fanno finta di non capire. Capire, per esempio, che la storia dei popoli antichi e la religione, in special modo quella ebraico/cristiana che si richiama alla vita ed alla vicenda di Gesù, è piena di scribi e di farisei. E quantunque pensiamo che tutti conoscano chi sono stati e dov’erano gli scribi e i farisei sono, invece, numerosissimi coloro che non sanno. Non sanno, per esempio, che il termine “scriba” è usato con particolare riferimento all’antico Egitto, come alla Mesopotamia e all’antica terra di Israele. Era colui che si adoperava investito da funzioni pubbliche. Redigeva e copiava atti e documenti, eseguiva calcoli matematici che la pubblica amministrazione, per conto della quale interagiva, chiedeva. Necessari per l’amministrazione pubblica. Una “casta potente, ammirata e ben retribuita che si occupava dell’amministrazione del paese, formando essa stessa una classe intellettuale che nelle società antiche, quel solo possesso di un grado culturale, dava molto potere con il pregio ed il privilegio di collegare tra loro due mondi differenti. Lo scriba era un tramite tra quelli che nulla o poco sapevano poiché analfabeti e quelli che molto invece sapevano perché colti.
I farisei dei tempi di Cristo venivano da lì. Sostenitori ed essi stessi parte del principale tra i partiti del giudaismo sviluppatosi negli ultimi anni dell’età precristiana e, soprattutto, al principio dell’età cristiana”. Le loro origini sono state molto dibattute e diventate argomento di confronto tra gli storici ma ormai è condiviso che “i farisei rappresentano la corrente principale fra quelle in cui era venuto evolvendosi il giudaismo postesilico. E che il punto fondamentale che divideva loro dal più notevole dei partiti a loro avversi, quello dei Sadducei, era che essi accettavano e i Sadducei respingevano l’esistenza di una legge orale o tradizionale, accanto alla legge scritta”. Scribi e farisei erano le caste, quelli che parlavano benissimo ma agivano malissimo, gli ipocriti, falsi e bugiardi, i potenti di quagli stessi anni in cui un “folle di vita e d’amore” che era, per chi crede e ha fede, anche il figlio di Dio, disarmato e giusto si imbatté tra il loro malcostume. Più o meno quel che accade oggi anche all’interno della Chiesa cattolica nel cui alveo sono nato, cresciuto e dimoro.
Confesso! Stamane a leggere quei passi, di Isaia e del Vangelo di Marco, ho avuto un sussulto di speranza. Un moto di conforto per l’immenso sconforto che provo davanti ai miei simili vestiti a cerimonia (laica o religiosa uguale è). Ho pensato a qualche vescovo, prete, credente o alto prelato, politico che parla di legalità o altro mio simile che professa il meglio e che conosco. Ho pensato a loro e ho rivisto i loro volti quando parlano di Dio e della verità. Quando siedono in trono con il mitra e la fascia delle istituzioni, quando vogliono educare i fedeli o cittadini che hanno davanti. Quando dicono esattamente tutto il contrario di quello che fanno. Un popolo immenso che si è fatto “professionista” di Dio, dell’amore filiale, della solidarietà, della fede e della testimonianza. Filantropi laici o religiosi che si son fatti casta, potere costituito, depositari di ogni verità e di zero dubbi su loro stessi e su quello che fanno. Li ho visti ad ogni passo di Isaia e di San Marco evangelista che ricorda le parole di Cristo. Sono convinto farà lo stesso effetto anche a voi rileggendo i passi che riporto con solerzia. Rivedrete anche voi, come ho rivisto io, tutti gli scribi e farisei del nostro tempo, tutti i vescovi ipocriti e comodi, i preti incoerenti, i laici corrotti che si fingono santi, i politici che recitano la parte dei paladini della giustizia sociale, i militanti delle bandiere associative che inneggiano alla pace e alla carità; i professionisti del bene comune e della fede che fanno solo un gran danno al mondo e al tempo che viviamo perché occupano spazi e si ergono a testimoni coerenti. Vi riporto, per intero, i passi che ho letto in quest’alba di un giorno che assomiglia all’alba di un mondo ancora e molto di là da venire…
Dal libro del profeta Isaìa
Ascoltate la parola del Signore,
Isaia 1.10.16-20
capi di Sòdoma;
prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
«Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano,
difendete la causa della vedova».
«Su, venite e discutiamo
– dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato».
.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
Marco 23, 1-12
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
.