Nascere nei territori di Gaza ed essere uccisi quattro giorni dopo in un raid israeliano. Sono morti così due neonati mentre il loro padre, Mohamed Abuel-Qomasan, si era recato a registrare i suoi due bambini gemelli, di soli quattro giorni. Il piccolo Asser e la sorellina Ayssel sono stati uccisi assieme alla nonna materna e alla loro mamma. Lui, salvo per caso perché era uscito a registrare le nascite dei due gemelli. Seduto in ospedale, Mohamed Abuel-Qomasan, stordito dalla perdita è rimasto frastornato mentre teneva in mano i certificati di nascita dei gemelli. Basterebbe questo accadimento per ribadire ancora una volta l’assurdità di ogni guerra: a Gaza, in Palestina, in Ucraina o in tutti gli altri posti del mondo dove la follia umana, la prepotenza di politici tiranni, la tracotanza di gruppi etnici e di cattivi governanti più o meno regolarmente eletti prende il sopravvento.
Il dispaccio dell’Adnkronos porta con sè tutto il portato di assurdità umana. Dice che “Asser e Ayssel, gemellini di quattro giorni, sono rimasti uccisi in un raid israeliano a Gaza, mentre il padre era andato a registrare la loro nascita. La storia, l’ennesimo strazio che arriva dalla Striscia, viene raccontata da diversi media internazionali, che rilanciano una notizia data dall’Associated press. Mohamed Abuel-Qomasan era andato a ritirare il certificato di nascita del bimbo e della bimba, quando un vicino lo ha chiamato per dirgli che la sua casa, nei pressi della città di Deir al-Balah, nella parte centrale della Striscia, era stata bombardata. Nel raid di ieri sono rimasti uccisi Asser e Ayssel, la madre dei due bimbi, Arafa, che li aveva partoriti quattro giorni prima, e la nonna”.
Secondo il ministero della Sanità di Gaza, dall’inizio della guerra seguita all’attacco del 7 ottobre, sono rimasti uccisi 115 neonati tra le circa 40mila vittime dell’operazione israeliana. Non ci sarebbe intanto ancora nulla di deciso sulla partecipazione di Hamas ai colloqui di domani per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Un rappresentante del gruppo, che ha chiesto il rispetto dell’anonimato, ha spiegato all’agenzia Dpa che è ancora “incerta” la partecipazione di Hamas a questo imminente nuovo round di negoziati sulla tregua a Gaza, con la mediazione di Stati Uniti, Egitto e Qatar. Secondo la fonte, Hamas non dovrebbe prendere parte ai colloqui fin quando i mediatori non avranno presentato un piano chiaro per l’attuazione della proposta del presidente americano Joe Biden. E, secondo fonti del giornalista di Axios Barak Ravid, Hamas avrebbe chiarito ai mediatori che suoi emissari non dovrebbero partecipare ai colloqui di domani, ma rappresentanti del gruppo sarebbero disposti a incontrare i mediatori successivamente per un aggiornamento e “vedere se Israele ha presentato una proposta seria e concreta per un accordo”. Notizie che si aggiungono a quelle di Sky Arabia a cui un leader di Hamas, Mahmoud Mardawi, ha detto che Hamas domani non sarà a Doha per i colloqui sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Secondo Mardawi, Hamas non intenderebbe negoziare su quello che è già stato concordato e Israele deve procedere con il ritiro completo dalla Striscia. Sulla stessa linea le notizie diffuse dalla tv libanese Al-Mayadeen a cui un esponente di Hamas ha riferito che il gruppo non sarà ai colloqui del 15 agosto di questo ’24 a Doha perché – ha ribadito – “rifiuta l’avvio di negoziati che non siano basati sul documento del 2 luglio”, giorno in cui Hamas aveva diffuso la sua risposta – i cui dettagli non sono mai stati resi pubblici – al piano annunciato da Biden il 30 maggio. Domenica sera il gruppo ha chiesto ai mediatori di “presentare un piano per l’attuazione di quanto era stato concordato dal movimento il 2 luglio, sulla base della visione di Bien e della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Così mentre Hamas accusa tra l’altro Israele di aver introdotto nuove condizioni il cammino della pace si fa più difficile e muoiono vittime innocenti in una delle altre guerre assurde di cui il mondo pullula.