Forse nessun momento è migliore di questo, di quello che varca il confine tra un anno “vecchio” e quello “nuovo”, dal 2024 al 2025, per quanto convenzionali siano sempre le date. Ma il tempo per condividere assieme il pregio di una lettura e di una lettera apre un pezzo di futuro nonostante ciò che leggeremo ci riporta secoli indietro perché chi scrisse quella lettera lo fece più di due millenni fa. Persino quattro secoli prima che nascesse Cristo. A leggerla si impiega solo qualche minuto, a proposito di tempo e del suo valore. Ma in molti tratti, mio/mia amato/a Lettore/Lettrice, il tempo che impieghiamo nel tentativo di varcare lo schema dell’ovvio, del futile, della pesantezza e dei conflitti, dei dilemmi e del generico dentro il quale sovente siamo risucchiati tutti i giorni ci torna utile riportandoci indietro il doppio del tempo che impieghiamo perché capace di aprirci a nuovi spiragli. Questo è uno di quei momenti. Con i miei più cari auguri per tutto il “nuovo” che verrà!
C’è una lettera di Seneca – il grande filosofo romano – scritta al poeta romano Lucilio, nella quale si parla del tempo e del suo valore. Una lettera profonda che voglio condividere con te lettore, visto che offre diversi spunti di riflessione. Un brano tratto dal primo libro delle lettere di Seneca a Lucilio. Fu al termine della sua vita, in vecchiaia, che Seneca scrisse quelle che noi conosciamo come Epistulae morales ad Lucilium ovvero Lettere morali a Lucilio. Sono 124 lettere suddivise in 20 libri, e non tutte sono arrivate fino a noi. Lettere piene di consigli e di precetti, di riflessioni e ammonimenti, attualissime, da leggere e divulgare nella nostra società moderna sempre più cieca e dedita al progresso. Ed è proprio in una di queste lettere che Seneca affronta con grande efficacia l’importanza del tempo.
Lettera di Seneca a Lucilio
“Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto, raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell’agire diversamente dal dovuto.
Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore. Vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va.
Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l’unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire”.
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Sembra incredibile come un testo che risale in realtà alla metà del I secolo d.C. possa essere, ancora oggi, di estrema attualità e importanza. Non a caso reputo Seneca il più grande pensatore dell’antichità romana! Sono passati duemila anni e le cose che ha scritto valevano per loro così come valgono per noi oggi. Come per dire che “niente è cambiato”, ma forse tutto potrebbe cambiare se imparassimo ad ascoltare meglio le sagge parole lasciateci da chi ci ha preceduto, fosse anche duemila anni fa.
Seneca in questa lettera invita il suo amico Lucilio (e noi lettori!) ad abbandonare le preoccupazioni e far proprio il tempo, a non perdere di vista ciò che è importante. In primo luogo, Seneca invita a individuare proprio ciò che conta nella nostra esistenza quotidiana! Possedere un bene non serve a niente se non si è pronti a perderlo, reclama Seneca, ma dobbiamo fare nostro il tempo e tutti i minuti che lo compongono.
È una verità che non si può contraddire quella di Seneca, perché nemmeno l’uomo più ricco del mondo può fermare le lancette di un orologio. Eppure, ad ognuno di noi, ogni giorno, viene “regalato” lo stesso ammontare di tempo: 1440 minuti. Non uno in più, non uno in meno. Come spendiamo questo tempo è una nostra scelta e prendere consapevolezza che “moriamo ogni giorno” significa riappropriarsi del proprio tempo. Ovvero, la più alta forma di libertà a cui ognuno di noi può e deve aspirare.
“Domani sarà uguale a oggi, a meno che tu non decida che sarà diverso.
Se vuoi più tempo libero, devi andartelo a prendere. Le cose non piovono dall’alto, le cose vanno prese, afferrate, strette al cuore e coltivate. Non ci sono alternative. Vai a riprenderti il tempo che ti hanno rubato e poi difendilo coi denti.”
La Lettera 1 delle “Lettere morali a Lucilio” di Seneca è ì, senza dubbio, un vibrante appello all’uso consapevole ed attento del tempo, uno dei temi centrali dell’intero corpus epistolare. Seneca esorta Lucilio a prendere il controllo del proprio tempo, sottolineando come la maggior parte delle persone lo sprechi in attività futile o inattività. Ecco alcuni aspetti chiave della lettera:
1. Gestione del Tempo
Seneca apre la lettera esortando Lucilio a “rendersi padrone di te stesso”, controllando il tempo che prima gli veniva sottratto o sprecato. Questa nozione di autodominio è fondamentale per la filosofia stoica, che vede la padronanza di sé come centrale per una vita buona e significativa.
2. Spreco del Tempo
L’autore fa un’acuta osservazione sulla natura umana e sul come le persone tendano a sprecare il tempo in modo sconsiderato. Identifica tre modi in cui il tempo viene perso: attraverso la forza, la frode, o semplicemente permettendo che sfugga. La critica più dura è riservata all’“incuria”, che vede come la forma più vergognosa di spreco del tempo.
3. Morte e Tempo
Seneca fa un collegamento interessante tra il tempo e la morte, suggerendo che ogni giorno perso ci avvicina di più alla dipartita. L’idea che una grande parte della morte appartenga già al passato è una riflessione profonda sulla natura effimera della vita umana.
4. Valutazione del Tempo
Interpella il lettore sulla rarità di individui che attribuiscono un valore reale al tempo, sottolineando la differenza tra coloro che vivono in modo riflessivo rispetto a coloro che permettono che la vita gli scivoli via in modo non esaminato.
5. Responsabilità Personale
Seneca accenna alla sua personale lotta con la gestione del tempo, ammettendo che, nonostante i suoi consigli, anche lui perde tempo. Tuttavia, sottolinea l’importanza di essere consapevoli di come e perché il tempo viene speso o sprecato.
6. Conservazione delle Risorse Temporali
Alla fine della lettera, Seneca consiglia a Lucilio di iniziare a conservare il suo tempo “nel momento opportuno”, suggerendo che è meglio agire ora piuttosto che procrastinare, poiché procrastinare equivale a sprecare ulteriore tempo prezioso.
La Lettera 1 è un avvio potente e riflessivo al dialogo morale tra Seneca e Lucilio, ed è ricca di consigli pratici e riflessioni profonde sulla natura del tempo, sulla morte e sulla vita ben vissuta. Seneca inizia fin da subito a costruire una fondamentale cornice filosofica che sarà ulteriormente esplorata e sviluppata nelle lettere successive.
Critiche e Risposte
1. Controllo Rigido sul Tempo
- Critica: Seneca suggerisce un controllo rigido e una gestione meticolosa del tempo che potrebbe sembrare restrittiva e potenzialmente stressante, specialmente in una società moderna già frenetica.
- Contro-argomentazione Stoica: Gli Stoici potrebbero sostenere che avere un controllo attento sul proprio tempo è essenziale per vivere una vita intenzionale e significativa. Questa gestione del tempo permette di allineare le azioni quotidiane con i valori personali e di evitare lo spreco di risorse preziose.
2. Disprezzo per l’Inattività
- Critica: L’atteggiamento di Seneca verso l’inattività potrebbe essere interpretato come un disprezzo per il relax e il tempo libero, che sono essenziali per il benessere mentale e fisico.
- Contro-argomentazione Stoica: Gli Stoici potrebbero rispondere che Seneca non è contro il riposo o il relax in sé, ma piuttosto contro l’indolenza e lo spreco di tempo. L’importante è che il tempo di riposo sia scelto consapevolmente e non frutto di procrastinazione o negligenza.
3. Focus sull’Individualismo
- Critica: La lettera sembra promuovere un approccio molto individualista alla gestione del tempo, che potrebbe non tener conto delle responsabilità collettive o delle interazioni sociali che sono essenziali per una vita ben arrotondata.
- Contro-argomentazione Stoica: Gli Stoici potrebbero argomentare che una gestione efficace del tempo a livello individuale è la base per contribuire in modo significativo alla società e alle relazioni interpersonali. Solo attraverso una riflessione e una gestione individuale del tempo, una persona può agire in modo virtuoso e benefico nella comunità.
4. Idealizzazione del Controllo
- Critica: L’idealizzazione di Seneca del controllo totale sul tempo potrebbe non essere realistica in un mondo dove molte circostanze sono fuori dal controllo individuale.
- Contro-argomentazione Stoica: Gli Stoici sottolineerebbero l’importanza di distinguere tra ciò che è sotto il nostro controllo e ciò che non lo è. La gestione del tempo, per quanto possibile, è un modo per esercitare controllo e autonomia in un mondo altrimenti incerto.
Indicazioni Pratiche
Riflessione sulla Morte: usare la consapevolezza della mortalità come motivazione per non procrastinare e per intraprendere azioni significative. Consapevolezza del Tempo: mantenere una consapevolezza del tempo, forse attraverso la riflessione quotidiana o l’uso di strumenti come diari o promemoria. Autoregolazione: imparare a dire no a distrazioni o impegni non essenziali che sottraggono tempo per le attività più importanti o significative.