Più conosco i miei simili più mi estraneo al mondo. Fenomenologia della razza umana
Per carità! Nessuna volontà di pormi al di sopra dei miei simili. Né quelli migliori né quelli peggiori. La vicenda è più complessa e si acuisce con il tempo. Dacché più conosco i miei simili e più mi estraneo al mondo. Si tratta di quel mondo che abbiamo costruito a nostra immagine e somiglianza. Folle, egocentrico, narcisista, depauperato, fazioso. Che rende necessario avere un nemico, una bandiera avversa ed una “complice” dei nostri peggiori istinti di vanità e privilegio. Siamo miserabili ma vogliamo a tutti i costi sentirci eroi. E vi dico perché…
C’era una canzone che ascoltavo da adolescente quando di romanticismo riempivo i sogni di tutte le mie poesie che scrivevo d’istinto e vergavo a caso. La canzone diceva: “E guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’. Passo le notti a camminare dentro un metrò. Sembro uscito da un romanzo giallo ma cambierò, sì cambierò!” E il cambiamento è arrivato. I cambiamenti arrivano sempre e nessuno mai li vede arrivare. Ci metti dentro tutto. Luoghi, stagioni, canzoni e le scene di qualche film che ha fatto storia dentro di te. D’istinto ho davanti, a proposito di film che hanno fatto storia, il monologo che chiude “La grande bellezza” che di strada ne ha fatta già tanta. La verità è che quando arrivi, senza filtri e infingimenti in mezzo ai cinquanta vuoi vedere il mondo senza trucco. E ascoltare tutte le persone senza farti fuorviare dalle apparenze. In fondo è un vecchio vizio. Noi sappiamo che amiamo parlare molto e ascoltare poco.
E sappiamo anche che le persone mentono persino a se stesse. Assumono spesso atteggiamenti “elitari” solo ed unicamente per difendersi dalle loro paure più profonde, dall’ansia di fare i conti con se stessi e capire che loro, io, noi, non contiamo nulla in mezzo alle trame del mondo e alla sua lunga storia. Un verdetto implacabile soprattutto per coloro che alla vanità e al narcisismo si sono vocati per intero e si pensano eterni. Tanto che non fanno nulla senza la vanità e il narcisismo. Una deriva che tocca tutti noi senza distinzione. Si salvano in pochi. Probabilmente solo quelli che si sanno prendere in giro, che non hanno più nessuna paura per guardare in faccia la caducità di cui siamo fatti, per capire davvero le follie che abbiamo attorno, la vanità e il narcisismo che abbiamo dentro. E ribellarsi persino a se stessi quando il mondo parla di pace ma nel contempo fa’ la guerra. Quando la gente “predica” esattamente il contrario di quello che realmente fa’. In fondo… “finisce sempre così, con la morte. Prima però c’è stata la vita, nascosta sotto i bla, bla, bla, bla, bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore: il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto nella coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo: bla, bla, bla, bla. Altrove c’è l’Altrove, io non mi occupo dell’Altrove. Dunque che questo romanzo abbia inizio. In fondo è solo un trucco, si è solo un trucco”.
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Ho perso amici…
Il tema della morte mi rende muto. Ho perso amici in questi anni che meritavano tanti anni di più da vivere. Sono spesso andati via nel cuore della notte. Senza nessuna colpa se non quella di essere umani e mortali come tutti noi. Con loro parlavo di tutto praticando assieme quella virtù unica che è della vera amicizia e sa farsi fratellanza, condizione comune, solidarietà, empatia. Bastava un attimo per ritrovarsi in un qualche discorso che facevamo tante volte sulla vita, sulla morte, sui figli, sul lavoro o la bellezza, sul futuro o una nuova estate. Con loro mi sento in debito e anche sodale testimone impegnato a far vivere in me quel che di loro non vive più da quando è andato via per sempre. Perso nel vuoto, nel buco nero delle cose che non sono più. La vita devo difenderla anche per loro.
Conosco persone bellissime…
Più in là della notte e degli amici che ho perso, ho trovato anche delle persone bellissime. Esse non ripagano le perdite ma sanno dare speranza come gli occhi di quei bambini che nessun adulto ha ancora contagiato. Le persone bellissime che conosco sono poche ma sono preziose e vivono nel mio presente. Con alcune di esse non ci parlo spesso né ho modo di vederle nel quotidiano ma ci sono ed io so che loro sono lì dove posso incontrarle. Le altre poche bellissime persone che conosco le posso vedere nel quotidiano e non saprei stare senza sapere che loro esistono e fanno bello il mondo anche quando mostrano i loro difetti (chi non ne ha di difetti?) ed io a loro i miei. Con loro e grazie a loro l’umanità sopravanza in un miscuglio di meraviglia e di bellezza senza nulla chiedere solo e soltanto per sé.
Lontano da ogni ideologia…
Ho scelto dagli anni del liceo, da quando Maestra Filosofia mi disse “le fazioni degli uomini sono stupide e fanno male al mondo“. E più ancora fecero in me gli anni d’università. Non c’è mai una sintesi che possa durare per sempre. Giovanni Fichte si oppose con arguzia a ciò che da sempre ci illude ancora la vita: che la verità possa stare per intero in una frase, in una persona, sopra una bandiera, da una sola parte. Che sia definitiva e per sempre. Che si rilevi ad alcuni e ad altri si neghi. Non si contano i danni che gli ideologismi e le ideologie hanno fatto e fanno al mondo. Che siano ideologie laiche o religiose. Per loro diamo vita all’esistenza di avversari e nemici di cui, in fondo, abbiamo un disperato bisogno pur di sentirci meglio, pur di stare più in alto, pur di stare in una fazione, partito, clan. In nome di una ideologia (laica o religiosa che sia) combattiamo altri nostri simili che definiamo nostri nemici, che mettiamo dalla parte avversa. Non si contano i morti caduti sotto le bandiere delle ideologie da cui essi sono stati sterminati come accade ancora oggi. E non c’è nessun’altro e più alto godimento che sapere di aver annientato il nemico che ci sta d’intorno. Tutte le guerre, le crociate, le invasioni, le lotte politiche, esterne, interne o fratricide vengono da un’ideologia attorno alla quale facciamo proselitismo senza fine. Si uccide persino in nome di Dio ancora oggi. E finanche il bene, l’idea di giustizia o di legalità può diventare la bandiera che ci mette al di sopra degli altri, che ci illude di un monopolio come se il bene, la giustizia e la legalità potessero stare da una sola parte o essere predicate ed imposte da simili (i migliori) ad altri simili (i peggiori). Ecco i motivi per i quali sono stato e sarò sempre e convintamente lontano dagli ideologismi e da ogni ideologia. Il bene, la giustizia, la legalità debbono pervadere il mondo e non una parte o fazione che sia.
Forse l’amore ci salverà…
Dell’amore invece che abbiamo messo ovunque come spinta alla vita, conservo solo il suo lato migliore. E con gli anni ho compreso che esso può portare sofferenza ma non è mai un calcolo. L’amore vero dona senza ricevere. Senza aspettarsi nulla in cambio ma vivendo d’osmosi e di attenzioni. L’amore non finge. Non mendica. Non rimprovera. Non irrompe con nessuna violenza. Non ammette nemici né guerre, né parti avverse o in lotta tra loro. Non cerca prevaricazioni. Non promette senza mantenere la promessa. Non sta mai in una sola fede e non chiede nessuna appartenenza esclusiva. Non mette nessuno a disagio. Non vuole stare sopra gli altri o le altre cose. L’amore è Dio, è legalità, è giustizia, è laicità, è fratellanza, è uguaglianza di destino e di meta. L’amore non discrimina. L’amore non fa’ prediche ma forgia testimonianze. Non è mai apparenza. L’amore porta rispetto davanti ad ogni dubbio. L’amore ci rende simili ed uguali. Unisce e non divide. Trova le cose che abbiamo in comune e non quelle che danno discordia. Non millanta, non semina zizzania. Non minaccia, non prende in giro nessuno. L’amore puoi trovarlo in tante parti del mondo. In ogni simile che sappia cercare e capire l’essenza vera dell’amore, la sua gratuità. L’amore non si compra e non si vende. E forse sarà l’unica cosa che potrà davvero salvarci anche molto tempo dopo che non ci saremo più.
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