Il vostro nazionalismo è deplorevole. Come il populismo che vi pervade. Come le xenofobie che avete
Sappiatelo, il vostro nazionalismo è deplorevole. Vi leggo spesso ora che i social vi danno tutto lo spazio possibile e la visibilità che non avete mai avuto prima: una vetrina che nessuno si sarebbe sognato di darvi se quei social, che dovevano servire per riunire affetti ed amicizie perduti negli anni, non si fossero trasformati, grazie anche alla vostra acredine, all’egoismo, all’intolleranza di cui, vostro malgrado, siete portatori, in un luogo di propaganda dell’odio, degli asti, delle depressioni collettive ed individuali, della rabbia che avete dentro sulla quale gli “abili sfruttatori” del nuovo modo di fare politica hanno costruito la loro fortuna.
Il vostro profilo facebook è pieno di odio. Postate quello che vi fa comodo: nessuna cosa diversa da quella di cui vi hanno convinto. Diffondete odio razziale e stupide rivalità contro gli stranieri e contro tutti i vostri connazionali che non la pensano come voi. Senza rispetto per nessuno e per nulla se non per la vostra sete di vendetta che chiamate giustizia sociale. Usate i social come piccola forma di potere mediatico. Condividete e divulgate foto, video e ogni altro post che chi vi manipola sa bene come farvi pubblicare. Ci mette sempre qualche vostro simile dalla pelle scura che per voi è sempre sporco e criminale (e non è mai un vostro simile) mentre usa violenza, mentre picchia qualcuno, mentre piscia su qualche muro nel centro delle vostre belle città. Sono i post che amate di più, quelli che vi fanno eccitare, che vi fanno sentire più avanti degli altri, individui e figli di una nazione più nobile, di una parte del mondo più erudita, più colta, più in diritto di vivere bene.
Gli altri, sporchi negri o sconosciuti stranieri, vi danno fastidio. Vi danno fastidio i loro viaggi fatti sulle carrette del mare a vantaggio di qualche vostro connazionale che lucra sulla loro pelle. Vi dà fastidio ritrovarli sui vostri treni, sui pullman, in mezzo alle strade delle vostre città. Le loro storie hanno qualcosa di cui non volete sapere. Così ognuno di loro è solo un numero, un volto che inquieta, un corpo che puzza di sudore e indifferenza. Vent’anni fa i più vicini albanesi vi fecero lo stesso effetto: miserabili e pezzenti stipati fino all’inverosimile su quelle carrette del mare. Vi davano fastidio anche loro così pezzenti e criminali. Vi davano fastidio i migranti dell’est Europa quando l’Europa buttò a terra i suoi muri. Polacche, ucraine, moldave per voi sono sempre state sempre delle prostitute che hanno rubato la fedeltà dei vostri mariti, dei vostri fidanzati fighetti e italiani.
Così, oggi che la nuova politica ha costruito i suoi consensi, i suoi voti sul vostro odio sociale, sulle vostre xenofobie più o meno palesi, vi siete riuniti tutti attorno alle bandiere del nuovo nazionalismo. Gli slogan che amate di più li leggo nei vostri commenti, sopra o sotto i post che pubblicate: “prima gli italiani”, “via gli sporchi negri”, “bisogna dividersi in egual misura questa gente che arriva morta di fame”, “bisogna chiudere i porti e le frontiere”, “bisogna cacciarli a calci nel culo”, “dobbiamo rimandarli a casa loro”. Vi leggo tutti e diventa davvero deplorevole leggervi soprattutto quando conosco da dove venite, che cosa avete fatto fino a ieri, chi siete, in quanti posti del mondo siete stati e quanti libri avete letto finora nella vostra vita.
Voi siete la fortuna di italiani nati già razzisti dentro il ventre delle loro madri quando erano una lega solo al nord d’Italia a si batteva contro i terroni italiani brutti e cattivi che volevano far tornare a casa loro. Siete la fortuna di un neo leghismo nazionalista che ha saputo soffiare sulle vostre intolleranze, sulla paura che si può avere degli stranieri in un Paese che non sapeva nulla di società multietniche e di culture diverse che sanno vivere assieme. Che ha usato la stessa demagogia che si usa sempre in politica quando sentite “noi siamo accanto a chi soffre, a chi è rimasto senza un lavoro, a chi cerca giustizia sociale”. Siete la fortuna (ed i voti) di un nuovo movimento politico e populista creato ed armato da un comico che ha saputo usare ogni tipo di abilità demagogica e comunicativa, ogni tipo di scherno, di ironia ed offesa contro il potere dei partiti a cui quel movimento si è voluto sostituire. Un comico con le sue marionette che ha fomentato l’odio sociale, il disprezzo, la battuta irritante, che vi ha convinto di ciò che ha lui (loro) giovava e giova di più: una bella storia che è diventata la vostra storia.
Ora il traguardo è raggiunto così come il potere ma la tecnica di persuasione è la stessa e voi continuate ad essere i militanti di un odio sociale (pericoloso e becero) che vi onorate di chiamare giustizia. Diventa nemico,per voi e per loro, chiunque la pensa in modo diverso (da voi e da loro), chi si oppone alla tracotanza di un ministro (nato nella casta e lì vissuto) che usa gli stessi toni che usava quando cercava platee mediatiche. Diventa nemico chi vorrebbe un’Italia diversa da quella nata dentro l’odio sociale, le rivalità, le inimicizie, gli insulti, le decine di fake news che i grillini hanno prodotto pur di arrivare al potere.
Voi siete i burattini di sempre che oggi, diversamente dai decenni passati, vi siete convinti di essere burattinai, di guidarla per davvero questa rivoluzione del nulla e dell’ovvio perché contate sulla vetrina dei social, sui like che potrete avere sotto i vostri post d’insulto xenofobo e intollerante se state nello stesso branco che la pensa come voi. Insultate uno come Saviano che ha avuto per voi la colpa di avere un successo mediatico che gli è costato anche la privazione della libertà personale. Lo schernite, lo infangate, lo denigrate, gli ricordate che la scorta è un privilegio pur non sapendo nulla di chi sta sotto scorta e perché. E lo fate solo perché i nuovi “capipopolo” che vi siete scelti hanno aperto il fuoco contro il comune obiettivo. Uno squadrismo che avete nei geni da quando i vostri nonni, i vostri conoscenti, i vostri vicini di casa, erano fascisti animati dalla stessa matrice nazionalista di cui voi menate vanto.
Sono passati otto decenni e non avete imparato nulla dalla storia del vostro piccolo Paese in mezzo alle storie del mondo che è fatto da sempre di migranti. Non imparate nemmeno dagli errori del passato più recente, nemmeno dall’odio che vi animò creando morti e sconfitte. Quell’odio, quel livore che vi mise contro i vostri stessi connazionali, che vi fece credere la maggioranza degli italiani facendovi trovare dopo solo una disfatta senza fine. Questa volta la vostra disfatta la troverete per molte altre strade. Il mondo che avete in mente di far rivivere è morto da tempo. Era già allora un mondo chiuso, fatto di protezionismi, di privilegi, di stupido nazionalismo, di caste dove a stare bene erano solo in pochi. Era un mondo dove chi nasceva in un posto si sentiva, in diritto divino, per dire “questa è casa mia!” e chiunque che non fosse nato lì doveva andar via. Doveva andare altrove. Quel mondo che faceva spregio già allora è fuori ogni logica della storia ora che troverà, di sicuro, prima o poi, una nuova e vera debacle.
Io mi appello a quella parte di voi che sa rimettersi in gioco, che vede altrove, che non vuole rendersi complice di un livore che vi verrà contro, che non ha motivo per costruire nuovi muri. Il mondo che dobbiamo inseguire e per il quale batterci è un mondo opposto: è lo stesso mondo per cui si sono battuti, perdendo talvolta la vita, tutti coloro che seguivano e seguono un sogno di libertà e di giustizia. Coloro che vedevano nei bisogni degli altri anche un proprio impellente bisogno di giustizia. Il mondo a cui dobbiamo ispirarci non deve escludere mai nessuno, non crea muri, non chiude nessun porto, non crea privilegi per pochi emarginando il resto alla deriva, non resta indifferente nelle vicende tra sfruttatori e sfruttati. Non chiude gli occhi davanti a nessun destino. Non dice mai “prima gli italiani” ma dice sempre “prima l’essere umano”, il più bisognoso, il più sofferente. E non fa mai nulla per “buonismo” ma per quella naturale condizione di umanità che ci rende simili ed uguali in ogni posto del mondo. Se ci apriamo a questo tipo di mondo capiremo anche che chi ha diviso i buoni dai cattivi, chi ha ottenuto voti e consensi con demagogia, odio sociale, livore; chi ha soffiato sulle sofferenze del nostro tempo, sugli italiani bisognosi ed emarginati lo ha fatto per un proprio becero tornaconto, per sostituirsi alla casta chiamandosi così anticasta per raccogliere tutta la credulità popolare di cui siete capaci.
Questa volta, per non fare sempre gli stessi errori, non fatevi imbrogliare dal peggiore dei nemici che potete avere: voi stessi. Il mondo non è più quello fatto da quel lembo di terra dove sei nato che è casa tua e terra straniera per ogni altro solo perché, per caso, sei nato lì. Sarebbe disumano, stupido, anacronistico, profondamente ingiusto!